Cacciapuoto
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Dottore Cacciapuoto, questo sabato, cosa mi raccontate!
Ti sembrerà incredibile, ma adesso te lo dico



Chissà quante volte hai portato i turisti a piazza del Plebiscito, la più bella e la più grande piazza d'Italia. Per secoli, la piazza fu solo un campo irregolare, dove si svolgevano feste popolari e solo nel Seicento si iniziò costruire il Palazzo Reale.

Una delle feste popolari più famose era quella di "Cuccagna". In quella occasione veniva alzato un albero di nave, a cui venivano attaccati premi per coloro che riuscivano a salirvi fino in cima. Il palo veniva posto al centro della piazza, chiamata all’epoca Largo di Palazzo.

Per secoli alla piazza le hanno dato nomi differenti in base a chi governava. Inizialmente la chiamarono Largo di Santo Loise e successivamente Largo di Palazzo in età vicereale e borbonica tra il 1602 e il 1798. Foro Gioacchino o Foro Murat in età napoleonica, durante il decennio francese tra il 1805 e il 1815.

Fu denominata poi piazza San Francesco di Paola dopo la restaurazione borbonica tra il 1816 e il 1846; ed oggi il nome gli è stato dato dopo che il plebiscito del 21 ottobre 1860 decretò l'annessione del Regno delle due Sicilie al Regno di Sardegna quando il 17 marzo 1861 proclamò il Regno d'Italia.

Si narra che la regina Margherita, una volta al mese concedeva salva la vita ad un prigioniero bendato a passare tra le due statue equestri, di Carlo III di Borbone e di Ferdinando I situate al centro della piazza. Mai nessuno ci è riuscito! Era difficile percorrere 170 metri in linea retta in quanto il suolo di piazza del Plebiscito è pendente ed è irregolare.

Gennà, adesso che ti ho raccontato l’aneddoto, portami a piazza del Plebiscito che ci andiamo a prendere una granita di limone al Gran Caffé


Leonardo Cacciapuoto

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